A COSA SERVE TURBOLETTURA
A COSA SERVE TURBOLETTURA
UN APP STUDIATA PER TRATTARE:
UN’APP STUDIATA PER TRATTARE:
Un’app studiata ad hoc dall’area “progettazione e sviluppo” capitanata dal prof. Giacomo Stella, tra i maggiori esperti di DSA nel panorama italiano, insieme al gruppo di ricerca di Istituto Santa Chiara e la competenza informatica di One Health Vision.
La collaborazione ha prodotto un gioco riabilitativo che tratta la dislessia e agevola le difficoltà di lettura.
FUNZIONA! E SAI PERCHÈ?
FUNZIONA! E SAI PERCHÉ?
I BAMBINI SONO I PROTAGONISTI
TurboLettura è strutturato come un vero e proprio gioco, con stelle da conquistare, monete da guadagnare e avversari da sbaragliare.UN GIOCO SVILUPPATO CON LA SUPERVISIONE SCIENTIFICA DEL PROF STELLA
TurboLettura tratta la dislessia e le difficoltà di letture dei bambini. È un’applicazione realizzata da One Health Vision, il prof. Giacomo Stella e Istituto Santa Chiara.
È UN SUPPORTO PER I GENITORI
Perché, grazie all'autonomia dell'app, i genitori possono avere la certezza di un trattamento affidabile e possono tenere sotto controllo i progressi grazie ai report riepilogativi.UN GIOCO AFFIDABILE
I genitori possono essere certi che il tempo passato su smartphone o tablet dei propri figli è tempo di qualità.
I BAMBINI SI DIVERTONO
Perché i bambini possono esercitarsi in autonomia, l'applicazione riconosce gli errori di lettura e li segnala al lettore che può subito correggerli.motivazione al trattamento
Quando i bambini usano l’App TurboLettura giocano senza sentire il peso di un trattamento riabilitativo.
TESTIMONIANZE
Roberta, zia di Sveva, scrive:
Fabio, papà di Francesco, bambino con diagnosi dislessia scrive:
“Finalmente un gioco che riesce a farmi stare tranquillo quando Francesco ha in mano il mio cellulare. È lui a chiedermi di giocare a TurboLettura e la sua lettura è davvero migliorata”
Stefania, mamma di Maria, bambina con dislessia scrive:
Alessandra, psicologa e psicoterapeuta scrive:
“Un trattamento affidabile e da far fare in autonomia. In studio i bambini mi chiedono di lavorare con il “gioco arancione” e mi chiedono se possono averlo anche a casa. Sì possono averlo anche a casa”